Montepagano

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«Mia madre era fiera del paese di sua madre, Montepagano, che io ho visto una sola volta di sfuggita in automobile, come facciamo noi, poveri viaggiatori d’oggi.»

Ennio Flaiano

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Flaiano non era il solo ad avere una nonna di Montepagano. C’era una parola nella mia infanzia, legata a questo paese, incuneata nelle interminabili narrazioni familiari della seconda guerra.
La parola che sembrava riaprire resuscitati scenari celesti dormienti era sfollamento. Si sfollava a Montepagano.
Da bambino, quando dalla bocca di mia nonna udivo, anzi vedevo, uscire questa parola mi figuravo masse di uomini donne e bambini con carri carretti e camion carichi sino all’inverosimile che marciavano verso le alte colline della terra adriatica. Una storia di pezzi di vita perduta, case non ritrovate polverizzate dalle bombe o saccheggiate dai monatti, una continuità abbastanza accettabile e felice sconciata all’improvviso; sfollamento, buco nero ove il non detto debordava sul racconto, sfollamento, parametro di giudizio sulla suburra umana e sulla cristiana solidarietà. Ma sfollamento, venti, trent’anni dopo, era parola che non sfiorava mai la vera storia, quella che consideriamo intreccio tra cause effetti e responsabilità, tantomeno veniva mai pronunciata la parola “politica” che nel gineceo soprattutto era autocensurata. Sfollamento era grumo di dettagli e microstorie, di fatiche sofferenze e sacrifici dentro il recinto quadrangolare della famiglia o in quella allargata che la nonna si era messa in groppa abitata dalle nipotine Ninuccia e Veruccia, dalla suocera Adele, poi zia Evira che recitava la vecchia già a cinquant’anni, i figli il marito distratto e suo fratello. Tutti nella casa della nonna a Montepagano, tutti a mangiare la pasta e il ragù di Rosina Priore come in Sabato, Domenica e Lunedì di Eduardo.

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Quest’estate a Montepagano, Comune di Roseto degli Abruzzi (Teramo), verrà esposto il Guerriero di Capestrano, lieve spostamento geografico (da Chieti) mentre quello temporale è enorme, millenario. Intorno a questo portento si svolge la manifestazione Castellarte & Trasalimenti che vede un omaggio a Fabio Mauri, quasi una retrospettiva, un ricordo di Tullio Catalano, una presenza di due “venerandi” artisti abruzzesi ed un gruppo di artisti eterogenei di varia nazionalità riuniti sotto il motto Tutti i settori. Idea e cura di Gabriele Di Pietro, viaggiatore abruzzese di Giulianova Lido.

Su Montepagano questo Journal ci tornerà volentieri. Saremo virtualmente a tavola; dovremo nutrire con le delizie culinarie del teramano quello spazio che, si spera, l’arte ci avrà lasciato in quell’angolino fondamentale della nostra anima terrestre materiale altrimenti, savinianamente, arte non sarebbe.

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muro mauri e montepagano

2 Responses to “Montepagano”

  1. Mariangela ha detto:

    Salve ho trovato bellissimo il pezzo su montepagano e se non vi da noia vorrei mettere un collegamento dal mio sito, per far leggere qualcosa di interessante ai nostri vsitatori.
    Grazie a presto.

  2. Hello I like your post “Montepagano” so well that I like to ask you whether I should translate into German and linking back. Greetings Engel

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