Veltronismo

Su Micromega anni fa Lui venne definito “epuratore omeopatico”, perché quando era direttore del grande quotidiano comunista ti licenziava o ti faceva fuori con stile e bontà.
Il veltroniano è totalitario e totalizzante, è agito da una pulsione panottica. Macchina desiderante in atto deve esperire tutto e tutto gli riesce, con facilità, leggerezza. Il suo narcisismo patologico è mascherato da equilibrio e modi gentili e si risolve nel dare sempre l’impressione che lui non faccia nulla; le cose accadono e basta, come per caso.
Il veltroniano ha capito che una volta conquistata una postazione politica ed un conseguente bagliore mediatico si può fare tutto, da Sanremo agli esercizi spirituali in monastero; quando sei opera pop in atto il mondo è materia plastica che puoi modellare come vuoi.
Fu Lui per primo ad indicarci la strada su un settimanale, ove teneva la rubrica delle recensioni dei film televisivi, e a farci capire ciò che ad una generazione era sfuggito: il fattore B, il lato B del cinema, della vita, della cultura. La sua vendetta esistenziale fu lenta ed inesorabile, lima silenziosa, psicanalisi pubblica, autorisarcimento con spettatore.
Lui, uomo afflitto sin da bambino dal fattore B, iniziava così a piegare il mondo, a rovesciarlo e a plasmarlo secondo le proprie fattezze. Il fattore B, per il veltroniano, diventerà finalmente il lato A, la canzone principale, il marginale vincente, la stupidità intelligente, Forrest Gump alla carbonara. Ci ha fatto piangere con le figurine ed ora, da performer multimediale, ci fa piangere con la sua tournè sulle lezioni di politica, appena appena plagiando Jovanotti.
Tutto questo non sarebbe possibile se non ci fosse, dentro il veltroniano, un uomo buono.
La sua bontà è come un martelletto di gomma, non fa rumore e con lentezza ed efficacia ti spezzetta le ossa e, se hai fiducia nella durata, ti impedirà pian piano di muoverti perché lo spazio è stato tutto occupato.
Lui è consigliere comunale, parlamentare, direttore di quotidiano, scrittore, sceneggiatore, doppiatore, critico cinematografico, segretario di partito, ministro, vice Presidente del Consiglio, Sindaco. E deve ancora spendersi. Nella capitale, ove governa, nelle scuole si recitano sue sceneggiature e i cittadini aspettano gli autobus in ritardo leggendo i suoi libri.
Lui ha scapolato la spuria realtà del contemporaneo, è al di là; il veltronismo è altrovismo.
Quando si saranno esauriti gli ultimi e tardivi sussulti del ventesimo secolo, e l’altro suo doppio
sarà merce scaduta, non ci sarà un partito unico ma un uomo unico: Lui; ginnicamente pronto ad accogliere il grado zero della storia; poi vivremo in un fantastico, interminabile e felice festival.

dondolo

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