Israele e la destra

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Gli ex fascisti oggi al governo, i nipoti delle leggi razziali, sono i più strenui difensori delle ragioni di Israele. Lo si è visto per tutto il mese di dicembre quando Tzahal bombardava la striscia di Gaza. 

Troppo facile, poco impegnativo. 

Nel suo approccio sui temi della “sicurezza”, degli extracomunitari, della diversità, delle libertà individuali e sulle sensibilità etiche questo esecutivo rivela la sua vera natura. 

Alcuni ministri, o sottosegretari, ex fascisti ed ex socialisti, sono affetti da una sindrome da “resa dei conti”, prigionieri del passato, c’è in loro ancora un risentimento che oscilla tra irrisolutezze personali e psicologiche e desiderio di liquidare un pezzo di storia, liquidare una parte del Novecento che ancora odiano. 

Un Novecento da affossare. 

Un governo così immaturo per noi sarà un disastro. Gli italiani che lo hanno votato sono immaturi. Tutte le scelte che questo governo fa di fronte ad emergenze e crisi sono quasi sempre abnormi, fuori scala e istericamente infantili. 

Nella sua posizione unilaterale sul conflitto istraeliano-palestinese (e in conseguenza sulla questione ebraica) questa destra vuol mostrare il suo definitivo risarcimento nei confronti della Storia  – che invece si attualizza sempre, ad esempio nei comportamenti di oggi verso altre comunità. 

Per contro, la sinistra radicale, che gioca infantilmente davanti allo specchio, trova giustificazioni per condannare, boicottare Israele, bruciandone in piazza la sua bandiera nazionale, che significa una sua cancellazione simbolica.

Poi, come al solito, alla televisione, i bambini morti vengono strattonati di qua e di là in modo osceno.

Per la destra esprimere una posizione dura ed autorevole sull’uso delle armi israeliane significherebbe rischiare la trappola su un eventuale svolgimento del tema: antiisraele uguale antisemitismo. La destra è terrorizzata da questa possibilità e di conseguenza non può assumere una posizione indipendente, autenticamente emancipata. Non avendo gli ex fascisti elaborato nulla, a parte una curetta con acqua Fiuggi, si esprimono retoricamente, con parole vuote ed altisonanti sullo sterminio degli ebrei e sulla Shoah solo per autoassolversi.

Invece, e non è un paradosso, il tema viene svolto dalla sinistra radicale e comunista (ove l’antisemitismo è sempre stato presente in certe pieghe) che utilizza accuratamente e crudelmente alcuni termini  come  sterminio, olocausto, nazismo ma rovesciandoli contro gli ebrei israeliani, in difesa dei palestinesi e in alcuni casi anche di Hamas. 

Rimangono le parole dolenti accorate e sagge di David Grossman. Ma gli scrittori sono ascoltati? 

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