Morte di un imperatore pornopop

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Come immaginare la morte dell’imperatore oggi? Come potrebbe morire nell’immaginario individuale, il mio, l’egoarca (come lo definisce sofisticatamente Giuseppe D’Avanzo)?

Mi verrà in aiuto Maurizio Cattelan e una sua opera: Papa Giovanni Paolo II schiacciato a terra da un meteorite. Per l’attuale imperatore pornopop egoarca la morte la vedrei comunque causata da portento celeste, una traiettoria altrettanto verticale, improvvisa e implacabile, transpolitica e aideologica. Penso al fulmine. Un fulmine che colpisce solo Lui e risparmia le bodyguard. Un fulmine piccolo e potente, circoscritto in una rara fenomenologia di elettrica sventura. Il corpo probabilmente verrà carbonizzato e quasi polverizzato, una nerezza insostenibile allo sguardo per qualche attimo contornerà una dentatura bianca che ricorderà il gatto del Ceshire di Alice.

Il reporter che catturerà questo attimo vincerà il Premio Pulitzer o lo venderà a El Pais. La Chiesa cattolica cercherà di minimizzare l’evento cercando di allontanare per quanto possibile qualsiasi interpretazione che possa coinvolgere l’intervento divino. La conferenza episcopale negherà la mano di Dio; il Papa farà riferimento a casualità tragiche dovute alla metereologia e farà citazioni scientifiche per dimostrare che Dio non c’entra. I laici e le frange atee della società al contrario esibiranno striscioni e lanceranno slogans nelle piazze e banner sul web molto semplici: Dio esiste.

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