Comunione e Liberazione; con beneficio d’inventario

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antonio marchetti carri neri

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Lo abbiamo scritto, qui, in diverse occasioni. Se c’è un luogo ove cultura e lingua deperiscono e rattrappiscono, questo luogo è la scuola.

Qui si parla una lingua che nel mondo esterno non esiste.

Tra le tante tipologie di disturbo che un “professore” (parola oggi improbabile) avverte, c’è una specie di  “double bind” dentro la  sconnessione.

Essere estranei al mondo quando si sta a scuola ed essere estranei alla scuola quando si sta al mondo.

Nel linguaggio ministeriale che annuncia i nuovi cicli scolastici si annida una patologia della lingua che ripete questa sconnesione, doppia, reciproca.

Sino ad oggi gli unici che accettano, secondo la mia esperienza, in maniera passiva e vocata, l’accoglienza acritica della malattia linguistica-ciulturale, sono coloro che aderiscono a Comunione e Liberazione.

CL aderisce in modo plastico al depauperamento della cultura e della lingua. Aderisce ai governi più discutibili e osceni. In fondo, sdoganata la morale (con la scoperta del moralismo negativo contemporaneo), azzerate le resistenze etiche, cavalcando i naufragi, oggi CL naviga nel mare aperto del possibile e del numero, della quantità.

Forse, alla fine, questa organizzazione, questa lobby, si troverà davanti, nella sua evoluzione, ad una verità inevitabile, ad una realtà semplice: solo business.

CL sarà questo: “è solo una questione di affari”.

Dal naufragio che alimentano possono essere estratti corpi-icone metastoriche a piacimento, in una cancellazione di differenze. Corpi-figure che fluttuano come pesci nel monitor-acquario del tuttouguale post ideologico.

CL, inoltre, lavora sul disagio, cresce sul disagio, “capitalizza” il disagio.

Il drappello sguinzagliato nelle scuole “statali” di insegnanti di religione, che vivono pienamente il “double bind” tra stato laico e sdoganamento vescovile (a cui spetta una valutazione “ad personam”) dimostra con chiarezza  l’anomalia di questa categoria di “lavoratori””. Se invisi alla Chiesa non perderebbero mai i loro diritti “laici” e di “graduatoria”  professionale, ma potrebbero insegnare materie scolastiche affini al loro percorso di laurea. È una specie protetta. Naturalmente ci sono eccezioni.

In un quinquennio delle medie superiori i nostri ragazzi che si avvalgono di religione, in generale, non sanno molto di antico e nuovo testamento, pochissimo di altre religioni. Questi docenti  laici di religione sono figure ambigue, giocano sul dilettantismo psicologico senza avere nessuna competenza, confessori laici nelle ampie praterie bisognose del contemporaneo: nuovi maoisti dopo il comunismo più devastante.

Costoro non insegnano religione, nella maggior parte dei casi. Sono i demagoghi contemporanei, lasciatemelo dire, ricalcano gli stessi passi fatali, con la stessa autoconvinzione cieca che la storia ci ha consegnato.

Stiamo parliando di una massa; i capi, la sanno più lunga.

Mentre si discute della scuola pubblica forse non ci si accorge che essa già comincia a non esistere più; un nuovo Stato è entrato nello Stato e lo svuota dall’interno. Vampiri robotizzati e indottrinati che pur muovendosi in  apparente ordine sparso si gettano sulla stessa preda. Sembrano invisibili, non accettano una netta riconoscibilità esterna e sembrano quasi offendersi quando li si definisce per quello che sono. Sono fluttuanti. Ricordano i film di Romero, ma  c’è poco da ridere.

CL si è buttata da anni anche nell’arte contemporanea. Ne riparleremo.

Per ora gli artisti ciellini cinguettano, ma marciano compatti, come se vivessero nel comunismo realizzato, diretti da direttori d’orchestra-curatori che hanno tentacoli nelle banche e nelle fondazioni. Hanno il loro business, che naturalmente si farà sentire.

Il segreto è nel loro essere massa d’urto: l’individualità è regolata dalla pluralità, la pluralità garantisce e protegge  l’individualità, anche se psicolabile: soprattutto se psicolabile e gestibile.

Singolarmente sono deboli, mimetici; nella pluralità micidiali.

Ricordano per certi versi la Decima MAS. Flottiglia.

Nuovi mondi… vedremo…

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