Il premier ombra

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La morte della povera signora Giovanna Reggiani, uccisa da un giovane balordo rumeno a Roma, ha rovinato la perenne autopresentazione multimediale del sindaco della città, Veltroni-Capiscioni, premier ombra e leader acclamato del Partito Democratico.
Il suo PowerPoint interrotto, il suo Keynote rovinato, il suo giocattolo compromesso. Lo scrittore-sindaco-premier-ombra ha fatto pressioni sul governo circa il decreto relativo a sicurezza ed espulsioni , ha “schivato”, o cercato di “spostare” per quanto possibile un problema che, per molti versi, riguarda il governo della capitale e quindi “anche” e “soprattutto” Lui. Lui, in questi anni, impegnato tra festivals, progetti editoriali e incontri con attori intervallati da una prepostfazione qua e là, non ha mai visto nulla sotto i ponti o i cavalcavia della sua città. Era altrove.
Il Veltronismo è Altrovismo.
Ma la sfida “democratica” è proprio quella della “differenza” da chi non è democratico. Il democratico progetta, pensa, previene, non usa lo stomaco o l’emotività di fronte all’evento rimangiandosi le sue meravigliose videoproiezioni di massa (perché è invidioso di Al Gore) con i suoi santini di fondazione (di se stesso).
Lo schermo si è bucato anche per Lui (il Lui è anche critico cinematografico e doppiatore), la nuda vita, italiana, lo ha colto alle spalle e di conseguenza “schivando” mette in affanno il governo mettendo in scena, in verità, prove tecniche di un futuro (ma Lui scalpita) premier. Premier di cosa? Ma di tutto, DEL TUTTO.
Vi ricorda qualcuno?

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