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Siamo seduti su di una sedia girevole con le spalle rivolte al futuro e gli occhi al passato.
Guardiamo con occhi increduli, impastati di invidia, agli uomini e alle donne che cinquant’anni fa si gettavano nella vita con le tasche quasi vuote ma con grande spirito di avventura. Si veleggiava.
Non riusciamo più a comprendere come le generazioni precedenti potessero fare, pur essendo italiani come noi ora – per giunta noi siamo anche europei! – cose fondative e leggere insieme. Quel “secolo breve†si allungherà come un brodo e ci infliggerà dure lezioni, nel bene come nell’orrore.
Tutto quello che sappiamo fare è di mitizzare il recente passato, ridurlo ad icona pop, incapaci come siamo di elaborare qualcosa di nuovo, mentre qualcuno di noi quei padri li aveva anche uccisi per superarli, ed eccoci qua tra le serigrafie di Warhol del nostro mezzo Novecento distribuite in un unico ed indifferenziato piano orizzontale.
Sento che la mia generazione di mezzo ormai è quella “tolta di mezzoâ€.
Quando qualcuno oggi si affaccia con qualche neurone in più viene affossato dalla competizione mimetica e dall’invidia.
Si veleggia costa-costa con lo sguardo alla riva protettiva non perdendo di vista la propria casa.
Qui decidono tutti, nessuno decide; siamo tutti diversi, siamo tutti uguali; tutti parlano, il deserto cresce; l’ignoranza (ignioranza) assume caratteri di specifica competenza.
In una classe di Istituto Superiore il 5% è talento da coltivare ma ci distoglie dalla salvezza ecumenica falsamente democratica.
ciao, s hai ragione. L’amarezza la sento anche io nelle mie gorniate al punto che a volte non mi riconosco. Non sono sorridente come qualche mese fa. Ed vero che mi danno molto da fare certe influenze negative che col ritorno dalle ferie sono ricomparse via via nella mia vita. Un uomo che si fatto risentire e mi ha ricordato il passato, altri ex di cui mi giunge notizia perch saliti alla ribalta delle cronache locali con le loro vicissitudini sentimentali le amiche che mi chiedono di passare insieme le serate (due questa settimana) per dirmi sempre le stesse cose mia madre che mi ha chiamato per raccontarmi di come stata male fisicamente negli ultimi giorni, lamentandosi con la voce da moribonda ( stata male davvero, ma sta male da anni e io credo sia un problema psicologico e lo pensa anche pi di un medico, ma lei, naturalmente, non lo crede n fa nulla, come non ha mai fatto nulla, per dare un senso alla sua vita e migliorarla pesa solo sugli altri) Pensa, ieri invece ho sentito mio padre che ha chiesto a me come stavo e non mi ha accennato a lei (vivono insieme) e io non ho detto a mio padre del mio malessere per non preoccuparlo (e lo so che esagero in questa mia autarchia, ma come si fa ).Insomma, vero, per lo pi sono circondata da persone negative, che danno la colpa agli altri, che si sfogano con me e che mi dicono anche cose come “fortuna che ci sei tu” (le mie amiche). E io ho anche cercato di evitarle queste amiche. Una non la vedevo da quasi due mesi, l’altra una collega e cerco di limitare i pranzi di lavoro perch non ne posso pi delle sue lagne. Non solo questa gente non fa che lamentarsi, ma ha una visione del mondo negativa e le colpe son tutte degli altri, che “sono tutti cos ” per cui inutile canbiare uomo! Non facile a volte tenere a bada il senso di colpa ignorandole, ma cerco di farlo sempre pi spesso. Ho dato loro libri da leggere, ho dato consigli, abbiamo parlato per ore ma da anni non cambia nulla. E per di pi mettono dubbi sulla mia strada.Io mi devo concentrare su me stessa, senza essere scoraggiata o frenata n da amiche che si sono rassegnate, n da una madre che non sa dare, tantomeno da bambocci mai cresciuti. Non sono al mondo per ascoltare le lagne altrui e per tamponare le falle nella vita di chi non fa nulla per aiutarsi e gli tutto dovuto. Sono come zavorre per me. Me ne rendo ben conto.Purtroppo quella la madre che ho. Fortuna che vivo per conto mio.Quanto alle amiche, ne ho anche altre meno negative e pi mondane (non ripiegate su se stesse, chiuse in casa a rimuginare) e ultimamente le ho recuperate.Gli ex li tengo alla larga e cerco di non pensarci. Ma alle volte tutto pare remare contro. Comunque, s , Ilaria, terr conto dei tuoi consigli. Sono consapevole di avere frequentato e frequentare persone che non tengono il mio passo. S , devo assolutamente cambiare. Non parlare di certi argomenti con quelle due amiche impossibile, giuro. Non pensano ad altro vivono in realt molto piccole composte della sola famiglia e del lavoro (in un caso in famiglia) e non hanno altro in testa che i loro problemi di coppia, eventualmente quelli dei figli (per me una noia mortale) dei genitori o dei suoceri comunque sempre e solo problemi e insoddisfazioni. A volte cambio discorso, ma si torna sempre l . L’unica davvero smollarle e con una in particolare ci provo da tempo. Certo, anche io mi sono sfogata con loro quindi si aspettano di poter fare altrettranto, ma quando i discorsi non sono costruttivi e non servono a nulla davvero mi chiedo che senso abbia. E poi non sono una psicologa e poi ho altro da fare che ascoltare 100 volte le stesse cose. E poi, che diavolo, che si arrangino se hanno deciso di non uscire dalla loro situazione! Non mi pare di doverci rimettere anche io con loro!!!Aggiunger alla lista delle cose da tenere ben presente per la qualit della mia vita anche di non frequentare persone negative come le mie amiche.E lo stesso per gli uomini, sempre in cerca di conferme e attenzioni materne sia quelli che vanno in giro come cuccioli bastonati sia quelli che se ne vanno in giro con la maschera da grandi uomini.E’ vero, Ilaria, io stento a credere che ci siano uomini diversi, perch le mie esperienze passate e le mie attuali conoscenze mi sembrano tutte a quel livello. Sono cos anche i compagni delle mie amiche ed cos qualche collega di lavoro.Tanto che davvero gli uomini non sono tutti cos ? Mi sa che ho bisogno di sentirtelo dire ancora