Cinema poco pericoloso

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antonio marchetti. prede.

A Dangerous Method non è tra i film migliori di David Cronemberg, almeno per coloro che, come me, ammirano il regista dagli esordi. Oltre al biglietto  del cinema avevo in tasca, e non ho potuto fare a meno di tirarlo fuori durante la visione, ancora quello di Prendimi l’anima di Roberto Faenza. Sabina Spielrein (il Perturbante), interpretata da Keira Knightlev, si dimenava troppo nelle crisi nervose e nelle sue boccacce e deformazioni del volto dimostrava di aver studiato il Dott. Jean-Martin Charcot troppo in fretta. Si chiede troppo allo spettatore, proponendogli di immaginare come potrebbe essere una crisi se l’attrice fosse stata più credibile! O una crisi nervosa viene ben espressa oppure si possono mandare le diapositive sulle indemoniate come documenti di archivio.

Freud-Viggo Mortensen è troppo rattrappito sul perenne sigaro mentre migliora da Demel a Vienna, con la fetta di  Sacher e il piattino di panna (chissà dov’erano in quel momento Adolf Loos e Ludwig Wittgenstein!). Molto bella la scena dove Freud & Jung (assieme a Ferenczi), quand’erano ancora una ditta ma ancora per poco, s’imbarcano per l’America (a portare la peste). Freud e Ferenczi in seconda classe e Jung in prima su organizanizzazione della moglie (ricca e poco felice). La faccia di Freud-Viggo Mortensen quando Jung si congeda (e si “divide” dal “maestro”) per andare in “prima” è straordinaria; sintesi perfetta, vera sineddoche.

La scena finale melanconica ai bordi del lago è stupenda. Ma ci risiamo con i maestri del cinema. Dobbiamo ricominciare a “ritagliare” e non lasciarci più incantare dalla continuità scorrevole e avvincente come in un La promessa dell’assassino? Speriamo di no. Lavorare per i maestri stanca.

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