QUI GIACE
LA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINI
MORTA DI DOLORE
PER ESSERE STATA ABBANDONATA DAL SUO
FRATELLINO PINOCCHIO
In questo episodio della favola di Pinocchio il burattino protagonista piange tutta la notte, la mattina dopo, sul far del giorno, piangeva sempre sul marmo mortuario che ricopriva il corpo sotterrato della Bambina dai capelli turchini. Qui, su questa tomba, una volta sorgeva una casa, la Casina bianca, che ora non c’è più. Pietro Chiostri, con il suo pennino, mi presentava quest’episodio con una tristezza esangue e senza luogo e nello stesso tempo mi salvava dalla visione della Bambina morta che per me sarebbe stata insopportabile. Solo una lastra di marmo con la croce, disegnata con la china, fu per me il primo aperitivo della morte.
Ma nella favola c’è qualcosa di ancora più terribile: l’impiccagione di Pinocchio a un ramo della Quercia grande.
L’agonia è lunghissima e il burattino, sbatacchiato dal vento per lunghissime ore, arriva alla fine del viaggio, dopo indicibili sofferenze, nel luogo dell’incertezza della morte. Lasciamo perdere poi i quattro spaventevoli conigli-becchini neri come l’inchiostro!
Ma non finisce ancora qui. La morte non è solamente esperienza risolutiva e finale.
La paura di morire ha una sua durata e, molte volte, essa sembra interminabile.
Pinocchio, inseguito dai noti assassini, corre dapprima per quindici chilometri per rifugiarsi su un’albero e poi ancora, per tutta la notte, per campi e vigneti.