Il nostro futuro

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Il Professor Minghetti osserva melanconicamente il prototipo, il paradigma vivente, l’assioma fattasi persona: lui/lei, che se ne sta pigramente in attesa di entrare nella seconda ora, nella terza.
Più cinico del solito il Professore guarda quella carne impassibile e inerte, aggrappata al cellulare, immaginando che un giorno uno scultore ubriaco abbia iniziato ad appallottolare della carne macinata per tentare di abbozzare un essere umano, cascante da tutte le parti e piegato sotto il peso di uno zaino pieno di sassi e mattoni.
Il/la giovane non ce la fa ad arrivare puntuale a scuola, è più forte di lui/lei. Fa molte assenze, non studia e ha già il debito in tre materie. Ma meno c’è, meno studia, e più si parla di lui/lei nei consigli di classe, l’assente è il più presente nei discorsi. Lui/lei fa lavorare di più tutta la scuola. Per lui/lei sono attivati corsi di recupero, sportelli didattici e persino consigli di classe straordinari. Lui/lei è un caso difficile sul quale bisogna investire tempo e denaro, migliaia di euri per i corsi e gli sportellini e poi allestire gli esami-test a settembre. Per lui/lei abbiamo sottoscritto i livelli minimi di apprendimento per consentirgli di farcela, di andare avanti, in una specie di accanimento terapeutico.
Nella maggior parte dei casi i debiti non vengono pagati e i soldi spesi non verranno restituiti, in qualche forma, alla collettività. Investiamo su di lui/lei perché è il nostro futuro, migliorerà il nostro livello culturale, darà un contributo futuro alla ricerca scientifica, parteciperà alla nostra crescita economica, ci farà sentire orgogliosi di essere italiani. Per questo investiamo le risorse economiche della scuola su di lui e non certo per eventuali borse di studio o per finanziare ricerca.

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