La Chiesa e la “vita activa”.

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Lembrione umano e l’esistenza inerte del comatoso segnano i due estremi in cui la Chiesa rivendica la sua autorità: la pre-vita (sospesa in vitro) e la pre-morte (sospesa dalle tecniche di alimentazione artificiale).

Due forme di immortalità grazie alla tecnica. Con la  tecnica la Chiesa ha tuttavia un rapporto confuso e ondivago.

Questa Chiesa non intende tutelare la “vita activa” – sfuggita ormai al dominio del potere ecclesiastico grazie all’emancipazione dell’uomo ed alla sua libertà – bensì la “non- vita”, l’assenza delle relazioni col mondo e con altri uomini, l’assenza della scelta e della coscienza individuale.

La coscienza, ci ricorda questa Chiesa, può appartenere agli esseri umani ma la vita appartiene a Dio.

L’agire è ormai spazio dominato dall’uomo ma la vita, come monade biologica , è spazio appartenente al divino. A Dio. 

Eppure Dio, dopo le fatiche della creazione, il settimo giorno si riposò, si ritirò dalle cose create per rimirarle, per vederle agire, per vederle vivere, insomma per vedere cosa aveva combinato. 

In questo week end di distacco, forse troppo breve, il Creatore lasciava le cose create alla loro responsabilità; sospendendosi, facendo un passo indietro, ritirandosi dal creato e ritirandosi da se stesso, forse voleva verificare se ciò che aveva fatto fosse veramente cosa buona e giusta.

Voleva forse che gli esseri si emancipassero da Lui stesso, che crescessero non come figli bisognosi petulanti e piagnoni ma come esseri in grado di badare a se stessi, che crescessero non come opportunisti e ipocriti che in nome della vita astratta calpestassero i valori della vita vera, reale, quella delle relazioni tra gli uomini. 

Forse non voleva che i princìpi  e le leggi che regolano la vita sociale venissero calpestati in Suo nome o per obbedire ai suoi lacché peccaminosi e irrispettosi del figlio suo, che si è pur sacrificato per loro inutilmente. 

È in quel week end troppo breve, in quel distacco  incompreso, in quel riposino sproporzionato e sparagnino rispetto alla titanica impresa della Creazione che dobbiamo riporre i nostri dubbi laici.

  

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