Il libro “Della ghigliottina considerata come una macchina celibe” di Alberto Boatto, pubblicato in varie edizioni in Europa e in Italia e continuamente rimaneggiato ampliato e riscritto dall’autore (così come inconsapevolmente si ritorna sempre nel luogo del delitto), non rappresenta solo uno dei paradigmi più affascinanti del moderno ma anche una sorta di autoritratto letterario e di percorso dell’autore stesso.
A questo punto, tra le varie stesure, della “machine à décoller” di Boatto non ci resta che decifrarne le varianti, sottili e minimali, azionate da un pantografo che registra alcune trascrizioni restituendole in dimensioni e latidudini sempre in altra scala e diverse. Solo un collezionista mosso da una sorta di “indifferenza appassionata” potrebbe raccoglierle tutte. Il sottoscritto è tra questi.
Tuttavia per un lettore che si trovasse per le mani questa ultima e nuova redazione del testo, potrebbe accadere l’inverso, di andarsi a cercare a ritroso le edizioni precedenti.
Buon divertimento.
Antonio Marchetti