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Lorenzo Bartolini viene storicamente risarcito da una mostra nella Galleria dell’Accademia di Firenze, inaugurata il 30 maggio scorso.
Come sotto effetto di droghe il suo cimitero-gipsoteca qui custodito si rianima improvvisamente con le visite, ben studiate, di marmi e cimeli che riattivano una circolazione internazionale che Lorenzo merita, e che questa mostra registra.
Un voluminoso catalogo, di “ricerca”, fissa il punto sul “bello naturale” e apre congetture e strade future, se si rimane fedeli all’idea di un passato da guardare con audacia e libertà .
Spazio espositivo ridotto purtroppo, per l’occhio e il corpo, non tanto per le sculture sulle quali ameremmo ruotarci intorno con “aria”, ma quanto per le “connessioni”, diciamo, “filologiche” (e Rimini qui si fa largo con la collezione Fagnani Pani Cardi); sempre al di sotto comunque del puro godimento di queste opere che allietano, anche in un piccolo spazio. Lorenzo ci allieta. A Firenze in questi giorni, sino a novembre, Bartolini “statuario” si ritrova con Michelangelo “scultore”.
Pubblico vasto, in fila per qualche ora all’ingresso delle sale espositive bartoliniane.
Tutto il Museo dell’Accademia è sempre tirato a lucido, accudito come una “casa” dalla direttrice ben consapevole dei grandi capolavori che la casa custodisce, dalla cucina alla sala da pranzo, dal luogo delle ricette a quello degli appetiti.
L’Accademia di Belle Arti, attigua, partecipa all’evento aprendo alcuni spazi ove si vedono alcune opere scultoree degli allievi.
Ciò conferma la mia idea che le Accademie non possono abitare più questi luoghi. Non sono più i tempi, e l’arte contemporanea abbisogna di discreti hangar o di vuoti indifferenziati per creare e fare didattica dell’arte. Lascerei nelle sedi storiche solo qualche corso di eccellenza (ma come si fa?).
Sera in Borgo Pinti, nella casa di Bartolini, ora abitata da una piacevole coppia che per l’occasione ha organizzato una cena in giardino. Una casa, quella di Lorenzo, che ispira immediatamente un sentimento di famigliarità e intimità , di domestico e “classico” insieme. Ho visto le lucciole in alcuni angoli di questo giardino. Ci si aspettava che da un momento all’altro le  bambine di Lorenzo facessero scherzetti a noi “statuari”. In tarda notte la bella notizia delle elezioni a Milano hanno concluso una intensa giornata.
Ma la “Fiducia in Dio” del Bartolini ha lasciato Milano per essere esposta qui.
Sino a novembre, di fiducia in Dio,  Milano e il museo Poldi Pezzoli possono farne a meno per il momento, avendo dimostrato di avere fiducia in sè.
La Strada Statale 12 che da qui scende fino a Lucca rimane una delle mie strade preferite di sempre, ma magari ve ne parlerò un’ altra volta.