Essere contemporanei

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antonio marchetti.persone01

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Alberto Moravia considerava Joseph Conrad uno scrittore del secolo scorso, nel senso del XIX secolo visto da  uno scrittore del XX. Alberto Moravia oggi si legge poco ed è quasi dimenticato. La sua “urgenza” contemporanea lo ha paradossalmente invecchiato, e certo non merita questa dimenticanza. Leggere Conrad è sempre un piacere. Le “figure” dei suoi romanzi e racconti assumono sempre più “caratteri” contemporanei, mentre Moravia, appena l’altro ieri, ci appare lontano e, forse, desueto. Il cinema conferma l’attualità di Conrad, nei suoi tratti trans-storici e permanenti del comportamento umano. C’è da interrogarsi, a ritroso, su ciò che è contemporaneo. Cos’è contemporaneo? Il mio amico algerino Tahar Lamri, che vive a Ravenna, mi ricordava di quanto fossero pieni di luoghi comuni e di superficialità le considerazioni di Moravia sull’Africa fatte a suo tempo.

Se la letteratura ha come scopo quello di dilettarci, tra Conrad e Moravia non c’è dubbio sulla scelta, superando il secolo di appartenenza. Moravia voleva inquietarci senza diletto. Conrad ci inquieta ancora, ma con diletto.

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