Ritrovarsi

ritrovarsi

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È sempre difficile tornare nei luoghi originari e rivedere persone con le quali abbiamo interrotto il rapporto, soprattutto quello “visivo”.
Intendo dire quella presenza comune, che non necessariamente implica un frequentarsi, ma che occasionalmente assicura una continuità: si cambia comunque insieme, si invecchia insieme, si sa l’uno dell’altro nel passaparola tra amici e conoscenti.
Ritrovarsi, dopo venti o trent’anni, oltre a sperimentare la discontinuità viene rivelata anche la propria estraneità. Sei ingrassato, ma come sei ingrassato, vedo che hai perso i capelli, in fondo sei come prima, ti trovo invecchiato, tua moglie è sempre in forma, vedo che fai palestra, sei sempre uguale, non ti riconosco, perchè non fai una dieta, mi ricordo di te che eri un pò stronzo, vivi sempre a Ravenna, a Bologna, a Rimini, ma dove vivi?
Lascerei volentieri ad Ennio Flaiano la conduzione di questo teatro del ritrovarsi. Non ci si dice nulla, non si ha nulla da dirsi.
È il corpo che racconta tutto, ma chi legge il corpo lo legge secondo un suo alfabeto elementare e grezzo e, soprattutto, si tiene alla larga dalla parte alta del corpo, la testa, la mente, il cervello. Ma anche dalla parte bassa, i piedi, di quanta strada si è percorso. Cosa è accaduto al nostro cervello, e ai nostri piedi, in questi trent’anni?
Eppure, per me, guardandoli questi corpi ritrovati, affannati nella lotta perenne con l’immortalità, mi segnalano storie e avvenimenti che, pur non conoscendo, intuisco e immagino. Ma è qualcosa di pudìco e silenzioso, non mi sognerei mai di dire come sei grasso o, ad una amica, quanta cellulite hai accumulato.
In quel loro nascondere il tempo, nella loro gloria “fisica”, io scruto tragedie silenziose, seppur piombate in sorrisi pop o iperrealistici.
Cerco di leggere, anch’io, le mutazioni che il tempo ci impone, e che nella miracolosa “tenuta” dei conoscenti ritrovati annunciano tuttavia i segni di una precipitazione quasi imminente, che tra breve forse vedrà la loro scomparsa mondana o reinserita in nuove progettualità e protesi estetiche.
Nel loro trovare me, cambiato, non concepiscono che io vedo anche loro cambiati.
Solo che loro sono cambiati insieme, si sono rassicurati insieme, si sono scambiati carinerie e cattiverie, affetti e ferocie, baci e sputi, carezze e pugnalate, tutte cose che legano molto, in un patto indissolubile radicato in quel luogo, come in ogni luogo.
Ho trovato in Manuel Vázquez Montalban, sorprendente poeta, i versi giusti:

e se tu tornassi
fuggiasco dalla memoria
troveresti soltanto avanzi
del banchetto cannibale

ti si cancellerebbero per sempre
le ombre e i sentieri
della fuga e del ritorno

La raccolta poetica di Montalban, rara e sorprendente, si intitola Ciudad, Città.

One Response to “Ritrovarsi”

  1. Nina ha detto:

    Nessuna polemica, Sergio, fgucriamoii, anche perche9 non ce n’e8 ragione.Alcune note obbligate onde evitare confusioni o fraintendimenti.Uomini Beta e8 idealmente e culturalmente contiguo ad altri tre blog: “Il volo di Dedalo”, “Maschile Individuale” e naturalmente “Altro senso”.Cif2 non significa che fra noi non ci siano peculiarite0 e sensibilite0 anche diverse (e infatti e8 giusto che ciascuno mantenga la propria autonomia), date dal fatto che abbiamo (parlo dei rispettivi fondatori) formazioni e origini in parte differenti.In linea generale perf2, abbiamo pif9 o meno lo stesso approccio filosofico-interpretativo alla QM, il medesimo “programma politico” e anche una sostanziale unite0 di intenti.Naturalmente fra noi, come nel caso del sottoscritto e di Rino Della Vecchia ,ma anche di altri, a quanto mi risulta (ed e8 bene che sia cosec perche9 l’amicizia e8 un mattone fondamentale della vita, e in particolar modo di quella degli uomini), si sono anche sviluppati rapporti di profonda amicizia.Inoltre, come Uomini Beta, pur nella complessiva diversite0 degli approcci interpretativi, molto spesso anche profonda, dal punto di vista filosofico e culturale, abbiamo un rapporto di confronto leale e costruttivo con i Maschi Selvatici e in particolare con gli amici Cesare e Armando che, come vedi, intervengono abitualmente su questo blog.Proprio la lealte0, la stima e la correttezza di fondo che ha contraddistinto il nostro rapporto con questi ultimi (la stessa stima, lealte0 e correttezza che ha caratterizzato il rapporto con gli amici dei summenzionati blog) e in fondo, per diversi aspetti, anche una comune sensibilite0, ci hanno portati a stipulare un patto di unite0 d’azione. Un patto che non scaturisce da una decisione presa a tavolino, ovviamente, ma che si e8 creato da se9, nel divenire spontaneo delle cose. Poi ci sono altri siti e blog che si occupano di QM che hanno approcci interpretativi ideali e culturali profondamente diversi dai nostri e con i quali, a mio parere, non ci sono le condizioni minime per poter stipulare patti di unite0 d’azione ne9 tanto meno alleanze strategiche.Naturalmente questo non significa farsi la guerra. Io stesso ho avuto pif9 volte contatti con esponenti di questi movimenti e ho comunicato loro cif2 sto dicendo anche a te in questo momento. E cioe8 che la nostra diversite0 e8 troppo profonda e di conseguenza, e8 molto meglio per tutti che ciascuno porti avanti la battaglia sul terreno che pif9 gli e8 congeniale e in base alle proprie convinzioni. E poi, come abbiamo detto pif9 volte, chi avre0 pif9 filo da tessere lo tessere0…Nel merito della tua osservazione sul Femminismo e le sue origini.Anche noi siamo perfettamente consapevoli che il Femminismo ha attecchito nella sinistra liberal e “politically correct da una parte, sessantottina, post sessantottina e radical-chic dall’altra, entrambe occidentali (cioe8 un pezzo del “sistema dominante”, ne9 pif9 e ne9 meno che le “destre”, nelle loro svariate salse…). Il problema e8 che per noi questo e8 solo uno specchietto per le allodole, non certo l’origine e la causa prima della questione che affonda le sue radici “strutturali” altrove, e cioe8 in quei processi assai complessi che cerchiamo di spiegare, forse maldestramente, ormai da molti anni e che possono essere sintetizzati in alcuni articoli pubblicati sul sito (il Movimento Beta, “L’emergere storico della QM” e altri ancora).A differenza nostra, invece, molti militanti del Momas (ahime8, tuttora la maggioranza), individuano la “causa prima” proprio in quella “sinistra”, “liberal” o “radical” che sia, che, come hai capito, per noi e8 solo un aspetto (comunque da non sottovalutare) della vicenda, ma certamente non quello fondamentale, strutturale. Per questi il nemico pubblico numero uno sono le “toghe rosse o rosa”, i partitucoli di cif2 che rimane della “sinistra”, le conventicole veterofemministe varie e le redazioni femminil-femministe di diversi organi di stampa della “sinistra” (per non parlare di quando individuano il problema nell’Islam o negli immigrati e le culture di cui sono portatori ). Insomma, per farla breve, il nemico e8 fondamentalmente la “sinistra” (come vedi ci metto sempre molte virgolette e ti invito a rileggere il mio articolo “Destra e sinistra”). Una volta distrutta questa (comunque figlia del Comunismo, secondo la loro concezione…) e tutte le sue diramazioni politico-giudiziarie, il problema e8 risolto. Se vogliamo una visione anche un po’”berlusconiana” dell’intera questione, sia dal punto di vista del metodo che dell’orizzonte culturale, assai limitato, a mio parere. Perche9 cosec facendo dimostrano, dal mio punto di vista, di non aver compreso nulla di cif2 che e8 accaduto e sta accadendo e della complessite0 dei processi (di vario genere, su diversi piani e su diversi livelli) in corso, sui quali non mi soffermo in questa sede, rinviandoti alla lettura degli articoli gie0 segnalati.Naturalmente loro penseranno che siamo noi a non aver capito nulla, e va bene cosec. Nessun problema. E’ la ragione per la quale, come ripeto, non ci sono le condizioni per un percorso comune.FabrizioP.S abbiamo un proficuo rapporto di collaborazione anche con Antifeminist che, come puoi vedere, pubblica molti articoli su questo sito.

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