Massimo Cacciari a Ravenna

 

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Venerdì 30 ottobre, alle ore 18.00, presso la Sala Arcangelo Corelli del Teatro Alighieri, Massimo Cacciari, filosofo, Ordinario di Estetica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano, nonché sindaco di Venezia, terrà una conferenza dal titolo Da Leopardi a Beckett.

Hamletica, l’ultimo libro di Cacciari, pubblicato da Adelphi nella primavera del 2009, indaga una triade basilare del pensiero dell’età Moderna e Contemporanea, quella composta da Shakespeare, Kafka e Beckett. Nello specifico, la figura di Amleto, quella di K., il protagonista del Castello, e quella dei “solitari” – Vladimiro ed Estragone, Hamm e Clov –, attori dei drammi beckettiani.

Cacciari cita un passo fondamentale di uno dei Racconti in sogno del grande poeta francese Yves Bonnefoy: «Il mondo stava per finire» poiché «l’insieme delle immagini prodotte dall’umanità avrebbe superato il numero delle creature viventi». Su ciò si gioca il destino dell’artista (scrittore, pittore, musicista,  ecc.) “dell’ultimo giorno”. Cosa deve fare? Indugiare? “Farla finita”? Continuare «il nauseante gioco delle rappresentazioni, magari nella forma della dissacrante ironia?». Ma, per Cacciari, Beckett è già «oltre l’artista dell’ultimo giorno». La sua scrittura è «una perenne, infaticabile lotta contro il dis-correre in cui siamo immersi, una perenne ascesi verso il poterlo dis-dire attraverso la sua stessa, implacabile rappresentazione». La nota dominante non è l’“ironia”, ma il “comico”. E qui ritorna Leopardi: «Quanto più l’uomo cresce […] e crescendo si fa più incapace di felicità, tanto egli si fa proclive e domestico al riso, e più straniero al pianto».

Il volume ha ricevuto, all’inizio di ottobre, il premio De Sanctis 2009 per la saggistica, che ha riconosciuto «l’alto valore critico» di una ricerca «schiettamente saggistico-ermeneutica su grandi autori del canone occidentale». Premio ancor più significativo, dal momento che i concetti e la prosa di Cacciari non hanno mai concesso molto al grande pubblico, svolgendo un serrato percorso di riflessione sul pensiero negativo (Krisis, 1976), sui principi primi e ultimi della filosofia (Dell’Inizio, 1990 e Della cosa ultima, 2004), sulla “dualità” e sul conflitto come radici dell’Europa (Geofilosofia dell’Europa, 1994 e 2003 e L’Arcipelago, 1997 e 2005) e sull’ermeneutica dell’arte contemporanea (Icone della Legge, 1985, 2002 e Tre icone, 2007). Cacciari non è nuovo al palcoscenico della nostra città, invitato più volte, negli anni Novanta, dal Circolo Gramsci (si ricordano le sue conferenze su Simone Weil, Leon Battista Alberti, Dante e Francesco), e, negli ultimi anni, da Ravenna Festival. La conferenza di Cacciari al Teatro Alighieri affronterà alcuni temi trattati nel suo recente libro. L’incontro, organizzato dalla Fondazione Ravenna Capitale con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, sarà introdotto da Alberto Giorgio Cassani, docente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e Presidente della Fondazione.



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